Brexit, come cambia il calcio in Europa e in Premier League

LEICESTER
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di Eleonora Trotta
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Venerdì 24 Giugno 2016, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 15:28
E' Brexit e la Premier League trema. Con l'uscita della Gran Bretagna dalla UE le conseguenze sul campionato inglese rischiano di essere enormi, ma prima di conoscere i nuovi scenari e regolamenti bisognerà attendere una serie di passaggi e - soprattutto - la formazione del nuovo governo che dovrà dialogare con la FA e la Uefa. Il percorso sarà graduale (entro i prossimi 12-18 mesi non sono attesi stravolgimenti), ricco di tappe incerte e passaggi estremamente delicati per gli equilibri economici della Premier.

I primi riflessi sono nell'aria. Il crollo della sterlina registrato dalla Borsa ha sortito da subito degli effetti sul potere d'acquisto delle società e, soprattutto, sul valore dei 'nuovi' calciatori 'Extra-ue' che militano nelle competizioni britanniche (ad oggi sono circa 332), in leggero calo, e su quello dei tesserati 'Ue', in crescita. Senza dimenticare che molti calciatori fuori dal Regno potrebbero pensarci due volte prima di trasferirsi in un Paese che ha tagliato i ponti con il resto dell'Europa. Va ricordato, infatti, che con il regolamento vigente in GB le norme sugli extracomunitari sono legate ad una determinata percentuale sulle presenze nelle competizioni internazionali. Per avere un permesso di lavoro in Inghilterra un giocatore extracomunitario deve aver giocato nei 24 mesi precedenti al trasferimento:
-almeno il 30% delle partite della propria Nazionale maggiore a cui è stato convocato, se la Nazionale è tra le prime 10 del Ranking Fifa
-almeno il 45% se la Nazionale ha un ranking tra l'11esimo e 20esimo posto
-almeno il 60% se la Nazionale ha un ranking tra il 21esimo e 30esimo posto
-almeno il 75% se la Nazionale ha un ranking tra il 31esimo e 50esimo posto.

Il vantaggio per i presidenti italiani potrebbe essere quello di ottenere uno sconto sui nuovi 'stranieri' della Premier League mentre il nuovo cambio di rotta (quasi) consiglierebbe i nostri direttori a scartare dal tavolo degli affari le società britanniche dopo il calo della sterlina. Per esempio in futuro alla Juventus forse converrà trattare il cartellino i propri campioni più con il Real che con il City.

GIOVANI Un altro passaggio riguarda poi l'articolo 19 della Fifa, che vieta i trasferimenti dei giovanissimi tra i 16 e 18 anni ancora senza contratto da professionista all'interno dell'UE o See (Spazio economico Europeo). Con la 'Brexit' i club britannici non potranno più strappare ai vivai europei i talenti emergenti. I nuovi Pogba e Fabregas - per intenderci – non sarebbero acquistabili Oltremanica. E mentre i ragionamenti, gli scenari e i timori si rinnovano di ora in ora in attesa di un quadro più completo (c'è chi ipotizza che in futuro gli inglesi potrebbero essere equiparati ai comunitari come gli svizzeri) qualcuno ama ricordare che con la vittoria del 'Leave' calciatori come Payet e Martial non avrebbero mai potuto giocare in Premier League. 
 
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