Il Taranto ha voglia di rialzare la testa: allo Iacovone arriva l'Andria

Il Taranto ha voglia di rialzare la testa: allo Iacovone arriva l'Andria
di Mimmo CARRIERI
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Domenica 18 Settembre 2016, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 20:54
Tentare e magari riuscire nell’impresa. Sarebbe come far rifiorire, o quasi, quell’alba di promesse vista dopo le prime due giornate e forse anche quelle certezze di allora, lanciando un segnale inequivocabile al campionato, in chiave salvezza, in questo inizio di girone di andata.
Tecnicamente battere oggi l’Andria in casa, non sarebbe poi un “miracolo”, ma una operazione tecnico-tattica ben riuscita e tutto sommato possibile, guardando sulla carta alle corde del Taranto ed alle caratteristiche della Fidelis. Avvicinare la prima versione di squadra, prendere le distanze da quella sciagurata di Caserta e proporsi quindi come forza credibile e stabile per la zona permanenza in classifica, probabilmente placherebbe molte ansie in casa tarantina. Innanzitutto quelle che la sconfitta di mercoledì sera ha lasciato nella mente e negli occhi degli osservatori: poco gioco, scarse idee, troppi errori. Problema rimediabile con la crescita fisiologica che ci si attende a breve oppure disfunzioni che rimandano al prossimo mercato? Interrogativi cui contribuirà a rispondere la partita di questa sera.

C’è poi la mancata propensione attuale della squadra ionica a far gioco, a tenere palla e giostrare per vincere. Una vittoria oggi, o in subordine un risultato positivo condito da una grande prestazione, potrebbe agevolare un processo di allocazione di fiducia in seno al Taranto peraltro in funzione dei prossimi difficilissimi impegni contro Foggia (fuori) e Catania: uno scenario a cui un successo contro la forte Fidelis potrebbe attribuire tratti di concretezza.

In sintesi: il campo, un’eventuale vittoria oggi, farebbero da supporto a chi difende strategie e scelte compiute finora. Una premessa così ‘pesante’ sul fronte interno fa il paio con l’interesse che la sfida di oggi allo “Iacovone” presenta. Gli andriesi arrivano da un successo convincente con la Paganese, punteggiata da una condotta tattica inappuntabile. Il 4-2-4 di Favarin (4-4-2 quando difende) adesso ha compattezza, aggressività e ottima produzione offensiva; si tratta di una compagine assai dentro le dinamiche del girone ed allo stesso tempo con un modo di incedere tipico di chi gioca sempre per vincere possibilmente solcando una duttilità di modulo, spesso pronto a trasformarsi in 4-2-3-1. La banale sconfitta contro la Casertana che il Taranto ha patito quattro giorni fa può essere tanto un segnale di allarme quanto una lezione su come gestire meglio le partite: sta alla gara odierna sciogliere qualche riserva sotto questo profilo. Papagni, dopo la criptica rifinitura di ieri, ha scelto gli uomini, ma sul modulo occorre fare un ragionamento. Perché se lo schema può apparire il 3-4-1-2, gli interpreti sono pronti a passare al 3-5-2, quindi capaci di sistemarsi in modo da generare superiorità numerica a centrocampo rispetto agli avversari.

Senza Albanese, Sampietro e con Balistreri forse in panchina ma difficilmente utilizzabile la formazione prevede una linea arretrata, davanti a Maurantonio, formata da Altobello, Stendardo e Pambianchi. Esterni di mediana De Giorgi e Garcia, con Nigro e Lo Sicco coppia di centrocampisti centrali; in avanti Magnaghi e Viola supportati da Bollino. Trasferta vietata ai tifosi andriesi.
 
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