Un derby da incorniciare: il Taranto vince ed è festa

Un derby da incorniciare: il Taranto vince ed è festa
di Mimmo CARRIERI
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Lunedì 19 Settembre 2016, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 18:00

Derby emozionante, vittoria di sudore e di intelligenza, di corsa e di cervello, di conti che tornano e di paure che si dissolvono. Il successo del Taranto sull’Andria, di ieri sera, rimette i rossoblù sulla carreggiata corretta, prima di un ciclo durissimo. Papagni corregge il tiro nella lettura preventiva della sfida rispetto all’esibizione orribile di Caserta. Le variazioni sono di uomini e, leggermente, di assetto. La necessità di fare gioco e scacciare gli spettri di una fase di possesso sovente latitante, portano il trainer a comporre una riga mediana con gli esterni (i soliti De Giorgi e Garcia) che corrono ‘alti’ anche a costo di prendersi qualche rischio nell’uno contro uno e con due mediani, Lo Sicco e Bobb, più di proposta che di interdizione. Bollino spalleggia Balistreri (al rientro) e Magnaghi (fuori Viola).

L’Andria è 4-2-3-1 che attacca con quattro giocatori offensivi assai poco propensi a ripiegare quando si tratta di difendere. Un disequilibrio di cui il Taranto trarrà giovamento e linfa propulsiva soprattutto nel primo tempo, specie dopo una prima fase (circa 15 minuti) nella quale i rossoblù invece soffrono il possesso e le sovrapposizioni sugli esterni degli andriesi e qualche veloce cambio di gioco. Tanto da patire un paio di occasioni: un colpo di testa (sviluppi di corner) di Tartaglia che Maurantonio blocca ed un quasi-autogol di Bollino che l’estremo tarantino toglie con un balzo felicissimo dall’angolino. Poco prima un sinistro arcuato di Balistreri aveva lambito il palo. E subito dopo una combinazione Fall-Matera finiva alta.
Un avvio di contesta che tuttavia il Taranto riesce a ‘leggere’ con lucidità, iniziando a manovrare con maggiore partecipazione, intensità e corse laterali, prendendo possesso delle chiavi del centrocampo. Da una geometria di Bobb, De Giorgi arriva sul fondo e crossa, per l’inserimento aereo perfetto di Bollino che sblocca il risultato e disincaglia le ansie tarantine. E’ il 26’ e da quel momento in poi, fino alla fine della prima frazione, si vedrà solo la squadra jonica in campo. Una supremazia che tuttavia avrà pochissimo sbocco, se non un’incornata di Garcia (traversone di De Giorgi) che sorvolerà di pochissimo l’incrocio.

La succulenta premessa tecnica del primo tempo si tramuterà in sofferenza nella ripresa. Merito, in primis, della Fidelis che ha gambe, idee e risorse per inseguire il risultato attaccando a pieno organico, schiacciando il Taranto nel guscio protettivo del vantaggio di misura. Che pure potrebbe divenire raddoppio, quando al 50’ Balistreri lancia Bollino in un corridoio solitario, in cui il trequartista (comunque il migliore) spara fuori la palla nitida del raddoppio. Un lampo cui seguirà una frazione di lunga tribolazione, come ormai nelle corde di Papagni ed i suoi ragazzi. I due tecnici apportano modifiche individuali, con i cambi, senza mutare la sostanza ed il cliché: l’Andria attacca, Stendardo e soci difendono con ardore. Magnaghi invia un destraccio al 54’ che finisce alto. Poi due sussulti ospiti: al 69’ sul cross perfetto di Volpicelli, Fall, di testa, manda alta la sfera del pari.
[EMPTYTAG]Qualche minuto dopo Tito prova il sinistro potente, che sorvola la traversa.

Il monologo nord-barese è insistente ma trova nel muro arretrato dei rossoblù un ostacolo insormontabile. Ed alla fine, nella ripartenza dell’ultimo secondo, Onescu stende Viola (lanciato da un superbo Bollino): rigore. Dal dischetto l’ex Foggia (prossimo avversario) fa 2 a 0, riaccendendo l’euforia.

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