Il Taranto a Foggia a caccia dell’impresa

Il Taranto a Foggia a caccia dell’impresa
di Mimmo CARRIERI
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Domenica 25 Settembre 2016, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 20:21
Giorno di derby, gara indicativa. Il match di questa sera a Foggia mette il Taranto di fronte alla formazione più forte del campionato (assieme al Lecce). Quindi pone Papagni ed i suoi uomini al cospetto di una prova di maturità, verso cui deve prestarsi un’attenzione particolare, che prescinde da quel che sarà l’esito e che deve invece entrare nelle pieghe della prestazione da fornire. Non perché i punti non siano importanti, ma perché quando il divario delle forze in campo è così largo, c’è un solo modo per ridurlo: crescere nella prestazione e compensare col temperamento.

La semplicità del calcio, in questi casi, non richiede alchimie particolari, se non l’intelligenza nel capire e quindi gestire i vari momenti di una partita. La base teorica della sfida dello “Zaccheria”, che si presenterà senza pubblico (squalifica), è impietosa: il Foggia è decisamente più forte nei valori individuali, nell’organizzazione e nell’affiatamento; il Taranto ha meno qualità ma compattezza e grinta che lasciano aperte chance di risultato. Le cifre della classifica sembrano fotografare perfettamente questa differenza: i dauni comandano con 15 punti a punteggio pieno; gli ionici con gli 8 punti collezionati finora sono nel solco del campionato tranquillo che si sono prefissati. C’è poi il presunto effetto-derby: ma senza tifosi sugli spalti e con tanti giocatori nuovi per la piazza tarantina, questa vibrazione difficilmente si sentirà. Allora meglio prevedere come si giocherà sul campo.

Il 4-3-3 di Stroppa ha modificato poco del lavoro svolto da De Zerbi (licenziato ad agosto inoltrato) lo scorso anno, tuttavia l’ex fantasista di Milan e Foggia, oggi allenatore, sembra aver apportato quel cinismo e quella concretezza che nella stagione passata aveva impedito ai rossoneri di sbarcare in serie B. Insomma il Foggia di oggi è un pizzico meno spettacolare ed un po’ più pragmatico. Certo la vocazione ad attaccare non manca, perché nel 4-3-3 in questione quasi tutti sono portati a supportare la manovra offensiva. Si inseriscono i centrocampisti (specie Vacca e Riverola); spingono gli esterni bassi Angelo e Rubin; guizzano gli attaccanti esterni Chiricò e Sarno, punge Mazzeo. Il che vuol dire che la sofferenza, sulla sponda tarantina, è da mettere in preventivo. Allo stesso tempo questa propensione foggiana ad attaccare lascia diversi spazi per proporre controffensive in velocità: su questo il Taranto deve costruire un’ipotesi di pericolosità.

Formazioni. Pochi dubbi per Stroppa che dovrebbe confermare lo stesso undici che ha espugnato Messina nell’ultimo turno, col tridente Sarno-Mazzeo-Chiricò, la mediana con Agnelli-Vacca-Riverola, e la difesa imperniata su Coletti ed Empereur al centro, Angelo e Rubin ai lati.
Papagni ha meditato su un paio di opzioni: Nigro per Lo Sicco e Viola per Magnaghi. Tuttavia la vigilia avrebbe suggerito il solco della continuità, anche perché Viola è stato acciaccato nei primi giorni della settimana (come pure Stendardo, ma semplicemente affaticato) e poi perché Bobb e Lo Sicco insieme sono andati bene contro l’Andria domenica scorsa. Dunque il 3-4-1-2 sarà affidato a Maurantonio tra i pali; Altobello, Stendardo e Pambianchi in difesa; De Giorgi e Garcia ai lati, con Bobb e Lo Sicco coppia di mediani. Bollino farà da raccordo tra attacco e centrocampo alle spalle di Magnaghi e Balistreri, con Viola pronto ad essere impiegato in corso d’opera. E proprio i due elementi più talentuosi del Taranto sono gli ex della gara: da Viola e Bollino ci si aspetta inventiva e ossigeno per la propria difesa. Da stasera parte un ciclo difficile che prevede poi le partite contro Catania (in casa), Catanzaro (fuori) e Fondi (tra le mura amiche). Fondamentale uscire dal campo con una buona prestazione proposta. 

 
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