Renna, il gentleman del calcio
Il grande abbraccio del Salento

Renna, il gentleman del calcio Il grande abbraccio del Salento
di Antonio IMPERIALE
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Martedì 4 Aprile 2017, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 11:34
La sera scoperchia la storia. Una miscela di ricordi, sull’onda lunga del “come eravamo”, del “c’era una volta”. Col presente che si popola di emozioni, che si fanno anche auspicio per l’oggi, per il domani. Buon compleanno, mister. E grazie per i giorni, per gli anni felici che ci aiuti a rivivere. Per le tante battaglie vinte. Ha fatto bene Marco Renna, tuo nipote, a racchiudere nel libro una storia, la tua, che è la storia che sa di favola bella, vissuta “In punta di piedi”, il titolo che dipinge con efficacia Mimino Renna, Antonio all’anagrafe, Mimmo a Bologna, uomo e calciatore. Una favola vera. Diceva Ennio Flaiano che “Il passato ha sempre il culo rosa”. Può darsi che qualche ombra sia pure rischiarata dall’ illanguidirsi del tempo, ma questa storia che si raccontava ieri sera nel teatro dell’Antoniano è storia senza finzioni, di pagine, autentiche, vive, che fanno bene al cuore e all’animo, che si fanno lezione per il presente, messaggio per il futuro. Perché è prima di tutto storia di uomini che hanno saputo vincere con la forza della salentinità di quegli anni Settanta.  Il presente spinge a zummare sul Lecce di Mimmo Renna che torna in serie B dopo 27 anni. Correva il 1976. Il 27 portava fortuna. Gigi Radice regalava lo scudetto al Torino esattamente 27 anni dopo in quel 1976 che era bisestile, e che la negatività dello stereotipo l’aveva racchiusa soprattutto nel devastante terremoto del Friuli, quando si aveva ancora sulle labbra il sorriso di “Amici miei” di Monicelli, Corrado dava il via a “Domenica in” e il giornalismo viveva un’alba nuova con la nascita di Repubblica e Radio Popolare. Nel 1975 l’anno del “là” al campionato dello sbarco in B dei giallorossi, era finita la guerra nel Vietnam, era cominciata la rivoluzione del computer, era stato ucciso Pasolini.
Mimmo Renna, che ti accoglie con lo sguardo di sempre nella hall del Teatro Antoniano, a 80 anni ha lo sguardo di sempre, sereno e profondo, come quando scrutava gli orizzonti lontani alla scuola di Attilio Adamo, considerato da sempre, unanimemente, il padre putativo dei ragazzi leccesi che avrebbero portato in giro per il mondo il messaggio della città barocca: da Mimino Renna, ad Aldo Sensibile, a Mario Russo, a Franco Causio campione del mondo, a Sergio Brio un primato rarissimo a livello mondiale, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, una collezione completa di grandi successi.
Brio è sul palco, come testimonial della grande festa. Mimmo Renna, come racconta Elio Donno nella prefazione e ospite sul palco, sul campetto alle “scise”, un campetto sterrato della futura piazza Mazzini, da Attilio Adamo che lo faceva poi giocare nelle giovanili a soli 14 anni con i sedicenni sotto il nome di Pino Lotteria. La lezione di Adamo è nell’animo di tutti. Brio racconta che gli dedica un capitolo nel libro nel quale si racconta e che sta per uscire. “Un duro, ma un padre, passione, orgoglio, caparbietà. Un fuoriclasse”.
I segreti di Adamo, che è stato anche per tutti maestro di vita, segneranno anche la carriera di Renna, giocatore e allenatore vincente. Campobasso, Lecce, e poi l’approdo in A con il Bologna. Quello dello scudetto 1963-64, con il maestro Fulvio Bernardini. “Sai, adesso son rimasto solo”, ci disse poco tempo fa, dopo la morte di Ezio Pascutti. “Se ne sono già andati i miei amici di reparto, Bulgarelli, Nielsen, Haller”. Fu il primo salentino a cucirsi lo scudetto tricolore sul petto. E poi ancora Lazio, Varese, Brindisi. Ci sono lui, da capitano, Aldo Sensibile quando con Luis Vinicio il Brindisi torna in B. Attilio Adamo ed i suoi allievi si ritrovano tutti al ristorante Marechiaro, a Gallipoli, per festeggiare le vittorie di tutti. Causio ha vinto lo scudetto con la Juventus, Russo il campionato di B con la Ternana, Renna e Sensibile il campionato di C con il Brindisi.
Da allenatore, Renna dopo l’approccio di Nardò, salva il Brindisi nel 1974-75, fu l’ultimo anno di B per i brindisini. C’è Tonino La Palma, sul palco, a ricordare quegli anni. E poi il miracolo Lecce, presidente Rollo. Renna che arriva al posto di Chiricallo, con Renna c’è Sensibile come secondo. È il Lecce di Montenegro e Loddi, del quale fa bella mostra la maglia sul palco, di Lorusso e Loseto, di Giannattasio, Loprieno e Mayer, di Nastasio, Fatta, Loddi. Il Lecce del tris, ritorno in B con una giornata di anticipo, Coppa Italia, Coppa anglo italiana. Grande conferma in B e poi gli straordinari record nell’Ascoli di Costantino Rozzi, sempre con Aldo Sensibile allenatore e ancora dopo Palermo. C’era Totò Lopez ieri sera, a ricordare quelle stagioni. C’erano anche Pasquale Loseto e Marco Povero.
Renna padre di famiglia (c’erano la moglie Ines, i figli Luca, Stefania, Mimmo), Renna messaggero della città del Barocco. Per il suo stile di uomo. Un riconoscimento espresso ieri sera dal sindaco Paolo Perrone, da Adriana Poli Bortone che gli aveva affidato la guida dello scuola calcio del Comune, Erio Congedo. Buon compleanno, mister.
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