Krstovic e Pierotti alla ribalta della serie A: funziona la cura del tecnico Gotti

Nikola Krstovic
Nikola Krstovic
di Michele TOSSANI
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Martedì 30 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 21:07
Da Pierotti a Krstovic. Così si è conclusa la manovra che ha portato al gol del vantaggio leccese nella sfida di sabato scorso contro il Monza. L’azione, iniziata da una palla lunga calciata da Falcone, è stata infatti rifinita da Pierotti con un perfetto colpo di testa che ha preceduto la conclusione di Krstovic. Il tiro che ne è uscito è stato imparabile per il portiere lombardo Di Gregorio ed è stato anche la conferma del buon momento di forma attraversato dai due attaccanti giallorossi.
Sì perché da quando, poco più di un mese fa, Luca Gotti è stato chiamato a rimettere in moto la macchina giallorossa, sia Krstovic che Pierotti si sono iscritti a quel gruppo di calciatori rivitalizzati dal cambio in panchina. Infatti, accanto ad un Gallo che si sta affermando come uno dei migliori terzini sinistri del torneo, ad un Dorgu in rampa di lancio da quando è stato schierato in posizione più avanzata, ad un Blin tornato protagonista in mediana, sono stati proprio l’attaccante montenegrino ed il calciatore argentino a ritagliarsi uno spazio importante.
Per quanto riguarda Krstovic, il numero 9 è risultato decisivo nelle due ultime uscite del Lecce, mettendo a segno come detto il gol del momentaneo vantaggio contro il Monza e registrando una settimana prima col Sassuolo quello che finora è il suo unico assist stagionale. L’abnegazione in fase difensiva del giocatore non è mai stata in discussione, ma certo questa rete realizzata a tre mesi di distanza dall’ultima (col Genoa grazie alla complice deviazione di un avversario) rende giustizia ad un attaccante che lavora sempre per la squadra. 
Da quando è arrivato Gotti la punta montenegrina ha potuto beneficiare anche di una nuova conformazione dell’attacco giallorosso, col tecnico veneto che ha deciso stabilmente di affiancargli Piccoli. Giocare con due uomini di peso davanti consente a Krstovic di non essere l’unico punto di riferimento a cui le difese avversarie devono prestare attenzione. E l’ex Dunajská Streda sembra approfittare di questa maggiore libertà. Dal punto di vista tattico Krstovic appare meno isolato in fase offensiva. Questo maggior coinvolgimento del ragazzo di Golubovci nella manovra giallorossa è confermato da un dato: se guardiamo infatti ai passaggi chiave raccolti dall’azienda Sics (cioè quei passaggi che permettono di superare almeno una linea difensiva avversaria) Krstovic ne ha prodotti una media di 2.6 nelle cinque partite con Gotti allenatore (ha saltato il match con l’Empoli per squalifica, ndr), a fronte di una media di uno a partita nelle precedenti gare disputate. 
Venendo a Pierotti, l’argentino è arrivato a gennaio per dare una soluzione in più all’attacco del Lecce. L’ex giocatore del Colon si è però ben presto trasformato in una sorta di oggetto misterioso, sparendo praticamente dai radar. Sotto la nuova gestione tecnica Pierotti continua ad essere utilizzato col contagocce (venti minuti appena totalizzati nelle ultime quattro gare) ma sta risultando decisivo. I suoi ingressi dalla panchina sono stati infatti importanti sia contro il Monza che due settimane prima contro l’Empoli, quando il numero 50 del Lecce ha caparbiamente conquistato una palla poi trasformata nell’assist servito a Sansone per il gol vittoria.
In questo senso Pierotti si sta trasformando in quello che in inglese si definisce un supersub (super sostituto) vale a dire proprio un giocatore che, uscendo dalla panchina, impatta positivamente sulla sua squadra. Non un sesto uomo come nel basket, dato che Pierotti non è mai la prima scelta al momento di effettuare le sostituzioni, ma comunque un elemento che in qualche modo potrebbe ripercorrere le orme di quanto fatto da Anselmo Robbiati con la Fiorentina di Claudio Ranieri nel campionato 1996-97. Il popolare Spadino (questo il soprannome del calciatore viola) fu infatti in grado di realizzare ben 11 reti in quel torneo, risultando decisivo praticamente ogni volta che entrava in campo. Pur avendo caratteristiche completamente diverse dal gigliato, Pierotti punta ad avere un effetto simile nel Lecce. E questo giocando solo una manciata di minuti a partita. Chissà cosa potrebbe fare l’argentino se avesse a disposizione almeno un quarto d’ora per volta.
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