Una ricostruzione smentita dai titolari: «Si è rifiutata di servire un cliente ( Salvini in questo caso) - hanno scritto sulla loro pagina - per ideologie politiche, dunque è stata ripresa dalla direzione come giusto che sia. Il suo comportamento ci è stato riferito dai colleghi in turno con lei. Durante la discussione si è tolta la divisa e se n'è andata abbandonando il posto di lavoro a metà turno esclamando cose che poco hanno a che vedere con il nostro lavoro. Nessuna chiamata di Salvini, ma scherziamo». E di fatto «nessun licenziamento».
Tanto improvviso è stato il clamore, che lo stesso segretario della Lega, impegnato a Roma fra Palazzo Grazioli e Montecitorio a cercare una maggioranza parlamentare, si è sentito in dovere di dire la sua sotto una ridda di commenti (al solito, chi a difendere la ragazza, chi a dileggiarla). «Cosa non si inventano alcune persone pur di fare polemica - ha scritto Salvini -.
Vado in questa gelateria da anni perché il gelato è ottimo, e continuerò ad andarci. Per chi votano proprietari o lavoratori non mi interessa, a me interessa che il gelato sia buono. Figurarsi poi se telefono a qualcuno per lamentarmi, mai fatto!».