Si allarga l’inchiesta sull’Amtab, l’azienda municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico urbano della città di Bari. L’indagine “Codice Interno”, che venti giorni fa ha portato la Procura distrettuale antimafia di ad emettere 135 ordinanze di custodia cautelare, non è chiusa. Anzi. Sull’Amtab pesa l’ombra di una infiltrazione mafiosa, in particolare del clan Parisi: secondo l’accusa, la cosca avrebbe deciso le assunzioni di personale e non solo.
Il presidente del cda ascoltato dai giudici
Che l’inchiesta però non sia conclusa lo evidenzia un fatto: mercoledì, dal primo pomeriggio fino a inizio serata, per circa cinque ore è stata ascoltata in questura, come persona informata sui fatti (non è indagata), l’attuale presidente del consiglio di amministrazione della municipalizzata barese, la 53enne professoressa Angela Donvito, che presiede la società da agosto 2023 e che dal 2016 aveva ricoperto l’incarico di consigliere di amministrazione della stessa azienda.
L'infiltrazioni del clan
Finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura antimafia un periodo nel quale la professoressa non era al vertice dell’azienda ma sedeva nel consiglio di amministrazione presieduto, per un quinquennio, dall’avvocato Gianluigi Vulcano, da settembre 2017 fino a novembre 2022. Secondo fonti ben informate, gli investigatori oltre a cercare di cristallizzare le fasi clou dei rapporti tra la criminalità barese e alcuni comparti della pubblica amministrazione partecipata, vorrebbero provare a capire fino a che livello di vertice amministrativo sono arrivate le azioni di pressing malavitoso. Un altro elemento che gli inquirenti stanno ricostruendo ed esaminando è legato alla verifica dei rapporti tra i vertici gestionali delle varie società pubbliche che ruotano intorno al comune di Bari. Ovvero, si starebbe verificando la mappa degli incarichi di rappresentanza e se essi possano essere stati condizionati o coinvolti nell’inchiesta culminata con gli arresti e gli avvisi di garanzia di fine febbraio scorso. Intanto, continua quotidianamente, da parte degli uomini della Dda, l’acquisizione di documenti dagli uffici di via Jacobini, oggi in amministrazione giudiziale affidata all’avvocato romano, Luca D’Amore. atti legati a procedure di assunzione del personale e di gare di appalto finite nel mirino della giustizia.
«La gravità e la pericolosità del fenomeno investigato appare ancor più rilevante se si considera che l’infiltrazione» nell'Amtab «ha beneficiato di una tolleranza di fatto da parte dei suoi amministratori», si legge nelle carte dell’inchiesta. D'altronde, le indagini dell’Antimafia hanno dimostrato «la significativa presenza» nella società «di parenti e affiliati del clan Parisi», i quali «agivano nella totale convinzione di poter disporre della società uti dominus, potendo decidere chi doveva essere assunto e in quale ordine». L'azienda di trasporto pubblico locale è sotto amministrazione giudiziaria, un provvedimento del Tribunale di Bari che «mira a tutelare l'Amtab e la sua governance che non risulta indagata». La misura ha l’obiettivo di legge di sostenere e garantire la continuità aziendale e la tutela del personale. L'amministratore giudiziario è chiamato ad eseguire le direttive del Tribunale, supervisionando l’attività di impresa ed il suo corretto adempimento».
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