Pallotta spaventa la Roma: «Stop allo stadio? Allora mi verrete a trovare a Boston»

Pallotta
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di Gianluca Lengua
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Mercoledì 13 Giugno 2018, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 18:02

«Cosa accadrà se dovesse fermarsi l’iter per il nuovo stadio? Mi verrete a trovare a Boston». Il presidente James Pallotta commenta così le notizie giudiziarie sull’impianto di Tor di Valle che ha portato all’arresto del costruttore Luca Parnasi e di altri otto persone per il reato di corruzione e associazione a delinquere. L’imprenditore statunitense, poi, prova a rassicurare i tifosi preoccupati di una vendita della società: «Non ho mai detto che me ne sarei andato, lo farei solo in caso di ritardi, ma non vedo perché debbano esserci ritardi visto che la Roma non ha fatto niente di male». Sull’iter del progetto: «Non so tutto quello che sta succedendo, l’ho letto dalla stampa, ma la Roma è estranea. Dal mio punto di vista la Roma non c’entra e costruiremo lo stadio. Tutti lo vogliono, costruiamolo. Tutto doveva essere trasparente, la Raggi ha detto che sarebbe andato tutto ok e così è stato. Non dovremmo avere problemi Se ho parlato con Parnasi? Non credo abbia il cellulare in galera. Non ho sentito nessuno».
Nel pomeriggio, una dichiarazione del presidente sul sito dell'As Roma: «Siamo rattristati e costernati dalle notizie e dagli arresti di questa mattina. Come categoricamente affermato dalla Procura, l’AS Roma non c’entra nulla. Inoltre, contrariamente a quanto riportato da alcuni, gli arresti non coinvolgono chi si occuperà della costruzione dello Stadio della Roma e non hanno nulla a che vedere con la realizzazione dello stadio e del polo di intrattenimento circostante. Ora ci aspettiamo che il progetto venga portato avanti, senza significativi ritardi». Il club fa sapere che Parnasi è proprietario del terreno e in quanto tale è promotore del progetto. E, dunque, sono altri che si occuperanno della realizzazione dello stadio.


 

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