Il carabiniere ferito lascia la terapia intensiva: «Perdonare? Oggi no»

Il carabiniere ferito lascia la terapia intensiva: «Perdonare? Oggi no»
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Giovedì 18 Aprile 2019, 22:28

FOGGIA - Il carabiniere Pasquale Casertano, ferito il 13 aprile ad un braccio e ad un fianco a Cagnano Varano nell’agguato in cui è morto il maresciallo Vincenzo Di Gennaro, ha lasciato in mattinata il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo ed è stato trasferito in quello di chirurgia addominale. Le sue condizioni - a quanto viene riferito dai sanitari - sono in deciso miglioramento.

Casertano è stato operato d’urgenza domenica scorsa per un peggioramento del quadro radiologico. Il primario del reparto di chirurgia addominale, Francesca Bazzocchi, ha estratto il proiettile che si era conficcato vicino all’aorta. Ha poi trascorso le successive 48 ore nel reparto di terapia intensiva. 

«Il mio primissimo pensiero va solo al collega, il maresciallo Vincenzo. L'ultima immagine che conservo è il suo sorriso. Con lui si scherzava sempre, era un fratello maggiore. È stato per me un punto di riferimento umano e professionale. Mi ha insegnato a sorridere sempre, anche nelle situazioni più complicate». Ha detto Pasquale Casertano dal suo letto d'ospedale. E rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se è pronto a perdonare chi ha ucciso il maresciallo Vincenzo Di Gennaro e ha ferito lui nell’agguato di Cagnano Varano il 13 aprile scorso, replica così: «Adesso non saprei. Conoscevo Giuseppe Papantuono - racconta dal suo letto d’ospedale - poiché è un pregiudicato, ma mai l’avrei immaginato capace di fare una cosa del genere». 

Su quanto accaduto «ho ricordi ancora confusi. Io - racconta - ho subito inserito la chiave nel quadro della macchina e mi sono recato ad alta velocità al Pronto soccorso di Cagnano Varano. Non so dove ho trovato la forza per guidare. Sarà stata l’adrenalina, la voglia di far tornare a casa entrambi». Poi il pensiero torna al maresciallo Di Gennaro. «Ho capito da subito che il maresciallo non c'era più. Tornerò in servizio - dice - più forte di prima, con più grinta di prima. L’Arma non mi ha abbandonato. Mi è stata vicina sempre. È una grande famiglia. Mi sono stati tutti vicini, anche le più alte istituzioni e tutto lo staff medico. Il mio primo pensiero sarà quello di andare a rendere omaggio alla salma del maresciallo al cimitero e alla famiglia». Il militare è ricoverato nel reparto di chirurgia addominale dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, le sue condizioni sono in netto miglioramento. 
«Io sono ancora sotto choc. Purtroppo - ha aggiunto parlando con i giornalisti - di quel giorno non riesco ancora a definire il quadro completo». «Sto un pò meglio, sono uscito da un giorno dalla terapia intensiva. Adesso - ha concluso - finalmente sono in fase di recupero».
 

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