Maxi evasione fiscale del Lecce: nel mirino anche l'era Semeraro

Maxi evasione fiscale del Lecce: nel mirino anche l'era Semeraro
di Paola ANCORA
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Giovedì 20 Giugno 2019, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 17:24

Fatture inesistenti e dichiarazioni infedeli per non pagare l'Iva. Nel mirino dell'Agenzia delle Entrate non c'è solo la stagione di Savino Tesoro al timone dell'Unione Sportiva Lecce. C'è anche l'ultimo scampolo di quella precedente, firmata Semeraro e affidata, per il 2011-2012, alla commercialista Isabella Liguori.

È scritto nero su bianco nell'avviso di accertamento recapitato in via Colonnello Costadura il 27 maggio scorso. In quell'avviso si contesta un pacchetto di fatture, ritenute false, servite a pagare misteriose società con sede nel Nord Italia e in Romania ma tutte riconducibili a Tesoro - per forniture mai arrivate a Lecce. Giri di denaro che, scrive l'Agenzia delle Entrate, sarebbero stati contabilizzati «al solo scopo di ridurre il debito Iva dell'Us Lecce nei confronti dell'Erario».

Da qui la maxi cartella per 614mila euro: 179mila euro di Iva evasa e altri 404mila circa di sanzioni, aumentate del 50% per «la gravità delle violazioni commesse» e perché l'Agenzia applica, è specificato, «l'istituto della recidiva».
Significa che la stessa evasione e le stesse opacità sono state riscontrate, in seno all'Us Lecce, anche prima della stagione 2013-2014. Infatti, gli ispettori scrivono che «violazioni della stessa indole sono state commesse nel triennio precedente, dal 2011 al 2013». Il tentativo di aggirare il Fisco, dunque, ha segnato anche l'ultimo anno di era Semeraro, con il tonfo del Lecce in LegaPro che ancora brucia sulla pelle dei tifosi e con tutto ciò che ne è seguito.

L'Agenzia delle Entrate ha già trasferito carte e fatture staccate nel corso del 2013 e del 2014 alla Procura della Repubblica: per Tesoro, infatti, si configura il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture inesistenti e dichiarazione infedele. Ma dalle notizie raccolte oggi da Quotidiano un faro potrebbe essere acceso anche sugli anni precedenti, dal 2011 in poi, durante i quali è scritto sono state commesse le stesse violazioni di legge.
A quanto ammonta l'Iva non pagata dalla società giallorossa? Si vedrà. Qualcosa di più e di certo si saprà certamente non appena gli attuali vertici, in primis il presidente Saverio Sticchi Damiani, completeranno l'esame di carte e documenti, consegnati ai legali della società perché confezionino un ricorso alla Commissione Tributaria contestando l'avviso di accertamento per il 2014 e perché individuino la strada migliore da seguire per inchiodare ciascun improvvido, passato timoniere del Lecce alle proprie responsabilità.

Per il momento è sugli esercizi di bilancio 2013-2014 e 2014-2015 che è concentrata l'attenzione dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate e della Procura. «Sussistono dubbi hanno scritto i funzionari del Fisco sulle fatture di acquisto pagate a Tecnostyle srl, Bonaldi motori, Vetef srl, Apainstal Construct srl e a Special Media International srl (Smi)». In totale, un milione e 260mila euro di fatture per beni richiesti a misteriose imprese con sede nel nord Italia o in Romania, beni non tracciabili e, soprattutto, mai consegnati.

Con Tesoro al comando, per esempio, l'Us Lecce ha pagato 109.500 euro per acquistare apparecchiature sanitarie dalla Apainstal Construct srl, che si occupa di strutture in metallo, assemblaggio di infissi e rivestimenti di muri e pavimenti. L'impresa è nata nel 2011 con sede a Urgnano, in provincia di Bergamo, ma si è poi trasferita a Bacau, in Romania e romeni sono anche i titolari. Almeno sulla carta, visto che non risulta alcun tipo di documento a loro nome legato alla Apainstal Construct.

Sempre a Urgnano, nel bergamasco, aveva sede la Special Media International srl, oggi trasferitasi a Lecce.

Dal 2018 il legale rappresentante della società è proprio Savino Tesoro. A questa azienda, che lavora nel campo del commercio all'ingrosso di minerali metalliferi e preziosi, l'Us Lecce le ha richiesto e pagato materiale elettrico per 717.500 euro. Materiale che non è mai stato consegnato.

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