Sconfitta dolorosa, ma il Lecce non finisce qui

Sconfitta dolorosa, ma il Lecce non finisce qui
di Giovanni CAMARDA
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Lunedì 22 Ottobre 2018, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 12:05
Così fa male, ma è un dolore che passa. Il Lecce perde nel finale, quando forse si era abituato all'idea del pari e dopo aver retto la forza d'urto, enorme, di una squadra più tecnica, più solida. A tratti anche sfrontata nella determinazione di provarle tutte pur di vincere, inserendo dalla panchina una batteria di alternative di alto profilo. Il Lecce, concettualmente, è mancato proprio in quella qualità, che però è propria delle grandi, nella sfacciataggine di chi sa di avere qualche fiches in più da puntare nell'ultimo piatto, tanto da spaventare il proprio avversario.
Non una partita fortunata, da subito, in particolare con una defezione su tutte, rivelatasi determinante. Perché, tecnicamente, l'unico vera pecca che si può imputare alla prestazione dei giallorossi è stata una certa fragilità in un pacchetto arretrato un po' improvvisato e certamente penalizzato dall'assenza di Bovo, il migliore dietro per tecnica, tattica e posizione. Senza di lui, si è capito subito che Marino e Meccariello avrebbero incontrato una serie di difficoltà, ingigantite a lungo dagli sfondamenti mancini di Mazzotta.
Ma per il resto, il Lecce è stato ad altezza Palermo, giocando da squadra matura, soffrendo quando ce n'era bisogno, pungendo appena possibile e cercando di aggredire finché le forze glielo hanno consentito. Una prestazione decisamente adeguata, caparbia ma anche sufficientemente incisiva e caratterialmente di livello, come si è capito inequivocabilmente dalla doppia reazione ai due gol subiti, la prima gratificata dal pareggio e la seconda un po' più sfortunata anche se non meno convinta e generosa. L'impianto ha funzionato, come in altre occasioni, e questo conforta in prospettiva, nel senso che aver perso non intacca le certezze che pian piano stanno maturando.
Il Lecce non esce ridimensionato da questa sconfitta, per quanto amara. Semmai paradossalmente più convinto, considerata la caratura del Palermo, l'organico meglio attrezzato tra quelli affrontati finora, soprattutto per la mentalità mostrata al Via del Mare e per l'arroganza tipica di chi sa di avere un unico obiettivo possibile. Il Palermo si è dimostrato superiore al Verona e al Benevento, tanto per fare due riferimenti, e in questo senso non è un caso che il Lecce abbia perso. Il verdetto è tecnicamente corretto ma lo sarebbe stato anche il pareggio, tenuto conto della differenza di valori tra le due squadre.
Ora si tratta di analizzare e mettere a frutto, senza drammatizzare ma al contrario valorizzando i segnali positivi che anche una sconfitta può contenere. Il Lecce battuto dal Palermo è comunque una squadra in crescita nella consapevolezza di sé, avendo affrontato l'avversario senza alcun tipo di remora ma convinto di poter stare in partita, come in effetti è stato, fidando sulle proprie peculiarità e su opzioni che possono garantire prospettive interessanti. In questo senso emblematico, ancora una volta, Tabanelli, non solo per il gol realizzato, ma per la competitività mostrata fino alla fine, contro chiunque gli capitasse a tiro. Ad inizio stagione era considerato uno dei tanti panchinari destinati a comparsate sparse qua e là. Oggi è una sicurezza che assicura prestazioni e qualità inattese e come lui ce ne sono ancora altri pronti a sovvertire le previsioni. Il Lecce, di certo, non finisce qui.
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