Grande con le grandi quella scia luminosa tracciata dal Lecce

Grande con le grandi quella scia luminosa tracciata dal Lecce
di Giovanni CAMARDA
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Lunedì 12 Novembre 2018, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 08:54
Una scia luminosa che va da Pescara a Cosenza. Quella del Lecce è stata una settimana piena di indicazioni prevalentemente positive, giusto per non cedere all'enfasi del momento. Il dato però è inequivocabile: dopo 12 turni i giallorossi hanno affrontato tutte le big del campionato, dimostrandosi sempre alla loro altezza. Una sola delle grandi, in verità, ha messo in ambasce la squadra allenata da Liverani, il Palermo, ma il potenziale dei rosanero è tale da aiutare anche a comprendere che un divario così ampio non si colma.
Con tutte le altre, invece, il Lecce ha giocato perlomeno alla pari, ove non riuscendo addirittura a mostrarsi superiore (Benevento e Verona, per esempio, al di là del risultato).
Anche in Calabria, l'altra sera, ci sono state fasi di limpidissima superiorità, descritta proprio da un calcio di alto livello. Vero, c'è stata pure una lunga porzione di gara segnata dalla sofferenza indotta dalla reazione dei silani i quali mai, però, sono riusciti ad imporre una qualità di gioco lontanamente paragonabile a quella espressa dai giallorossi.
C'è, in effetti, una caratteristica nelle prestazioni del Lecce, in qualche modo da spiegare: la mancanza di continuità nella stessa partita, l'alternarsi di momenti brillanti e di altri bui. Detto che fondamentalmente non c'è da stupirsene, visto che in campo ci sono anche gli altri e spesso sono anche meglio attrezzati, nel caso di Cosenza non si può non chiamare in causa anche la fatica accumulata dagli uomini schierati da Liverani dall'Adriatico al Marulla. Soprattutto il primo test era stato assai dispendioso, per lo sviluppo del confronto, per la doppia inferiorità e per le conseguenze della stessa. Quindi, un carico suppletivo che nemmeno una magia avrebbe potuto far sparire.
E tuttavia la capacità di reagire immediatamente al 2-2 dei calabresi in fondo rivela anche altro e cioè che probabilmente il Lecce ha bisogno di essere sempre in tensione per tirare fuori il meglio di sé. E che questa squadra non ha le caratteristiche idonee per addormentare una partita, nemmeno quando è sopra di due.
Magari, però, qualche piccolo accorgimento potrebbe essere escogitato, a livello mentale e tattico, per ovviare a questa lacuna. Si può provare, forse, a non farsi condizionare troppo dal risultato, evitando di assumere una posizione impigrita da un vantaggio perché se da un lato è fisiologico che l'avversario acceleri e spinga di più nel tentativo di recuperare, dall'altro si potrebbe anche evitare di favorirne l'azione abbassando il pressing nella convinzione che rintanarsi nella propria metà campo possa ridurre i rischi. Come invece non è.
Piccoli particolari, tutto sommato, che nulla tolgono allo straordinario percorso del Lecce, tanto entusiasmante da spiazzare gli haters di professione, quelli che vegetano sui forum in attesa di avere qualcosa di cui sparlare. Ce ne sono alcuni letteralmente spariti, eppure in servizio permanente effettivo quando le cose vanno male e ci sono spunti per attaccare, ora la società, ora il tecnico, il direttore sportivo o un giocatore. Emblematica la vicenda Tabanelli, per dirne una, ma si potrebbero anche ricordare le pesanti allusioni legate all'arrivo di Venuti, figlio di chissà quali macchinazioni ordite da Corvino per propri interessi a danno di quelli del Lecce, come al solito. Idiozie, appunto.
Ma ci sono anche quelli che non si arrendono e osano sfidare - perdendo - il ridicolo pur di inventarsi qualcosa di negativo. Significativa, in settimana, una demenziale intermerata contro Liverani, dipinto praticamente come lo scemo del villaggio, per come il Lecce batte i calci d'angolo. Il tecnico è stato attaccato vergognosamente, con il ricorso a espressioni anche molto offensive che denotano un livore pregresso e ovviamente immotivato, visto quello che l'allenatore ha fatto sulla panchina del Lecce. Sarebbe il caso quindi di chiarire che chi parla, si esprime in questi termini e diffonde simili bestialità non può essere in alcun modo definito tifoso, ultrà o anche solo semplice simpatizzante del Lecce. Si tratta di semplici dementi, peraltro anonimi, ai quali un qualsivoglia webmaster dovrebbe in qualche modo mettervi un argine perché la libertà di espressione non si confonda mai con la libertà di insulto.
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