La vittoria del gruppo e di super La Mantia

La vittoria del gruppo e di super La Mantia
di Lino DE LORENZIS
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Domenica 12 Maggio 2019, 21:33
Equivale a un'impresa titanica indicare il protagonista della nona promozione del Lecce in serie A. Perché è il frutto del lavoro di un intero gruppo, cominciato nel mese di luglio 2018 e concluso ieri pomeriggio, a metà di maggio 2019, con il meritato sbarco nell'Olimpo del calcio italiano.
Si tratta senza ombra di dubbio di una promozione inaspettata, nella quale tutti indistintamente hanno dato il proprio contributo per il raggiungimento del traguardo finale. Alcuni dei protagonisti sono finiti sotto i riflettori, altri invece sono rimasti nell'ombra ma hanno lo stesso reso possibile questo sogno. È il caso ad esempio di Ciccio Cosenza e Andrea Arrigoni, i senatori del Lecce: pur non essendo più titolari inamovibili come nelle stagioni precedenti, sono rimasti in giallorosso fino alla fine, rinunciando finanche ad allettanti offerte giunte nel mercato di gennaio, ed hanno lavorato sodo per preservare la serenità all'interno dello spogliatoio.
Ovviamente, poi, come spesso accade nel calcio, ci sono stati coloro che sul rettangolo verde hanno brillato di più scrivendo la storia di questa stagione trionfale. A cominciare da Marco Mancosu, trentenne cagliaritano, trasformato da Liverani in trequartista e forse anche per questo capace di stabilire il nuovo record personale di marcature in una sola stagione con 13 centri. Traguardo nemmeno sfiorato da molti bomber affermati della categoria. Il capitano è stato alla testa di un gruppo in cui sono venute fuori alla grande anche le immense qualità tecniche di Filippo Falco, un po' Messi e un po' Maradona per via delle sue serpentine ubriacanti che hanno mietuto tantissime vittime lungo la strada della promozione. Per il talento di Pulsano la soddisfazione di aver vinto qualcosa di importante con la squadra in cui è cresciuto calcisticamente, partendo dalle giovanili, e la consapevolezza che il bello deve ancora venire. In serie A. Un campionato che Panagiotis Tachtsidis conosce molto bene per averlo vissuto indossando le maglie di Roma, Torino, Genoa e Cagliari ma senza mai riuscire ad affermarsi, come invece sperava il suo mentore, il tecnico boemo Zeman. A dicembre il greco ha deciso di porre fine alla sua esperienza al Nottingham Forest, rinunciando pure ad un bel gruzzolo di sterline, per rimettersi in gioco in serie B con il Lecce. Il suo inserimento in cabina di regia ha permesso alla squadra di Liverani di compiere il fatidico salto di qualità e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Bravo Meluso per averlo riscoperto in Championship e bravo lui per aver rispolverato quelle qualità tecniche che in tanti avevano ormai dimenticato.
Tra i segreti del successo del Lecce c'è anche il regista difensivo, Fabio Lucioni, probabilmente il miglior difensore centrale della categoria. Lo sa bene pure Roberto De Zerbi che a gennaio ha fatto di tutto per di convincerlo ad accettare la faraonica proposta del Sassuolo. Ma la serie A Lucioni l'ha conquistata sul campo con il Lecce, con una società che a metà del cammino non ha badato a spese pur di trattenere l'ex capitano del Benevento. Del resto, come aveva già fatto in estate per assicurarsi Andrea La Mantia, un vecchio pallino del diesse Meluso che lo aveva già avuto nel Cosenza. È stato il bomber romano la sorpresa più bella della stagione del Lecce e non solo per i 17 gol realizzati che rappresentano la sua migliore performance di sempre. Resta Jacopo Petriccione, un elemento per il quale la società giallorossa presto dovrà alzare le barricate per respingere l'assalto delle big di serie A. Modriccione, il soprannome del riccioluto centrocampista goriziano in virtù della stupefacente somiglianza con il fuoriclasse del Real Madrid, è destinato a spiccare il volo. Per ora a goderselo è il Lecce che da ieri è tornato nel calcio che conta.
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