Moriero ci crede: questo Lecce è una macchina da guerra

Moriero ci crede: questo Lecce è una macchina da guerra
di Lino DE LORENZIS
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Giovedì 22 Febbraio 2018, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:06
Dopo l’addio amaro alla Sambenedettese che, nonostante il cambio di allenatore, non ha mai spiccato il volo in classifica, Checco Moriero ha cominciato un giro di aggiornamento che l’ha portato a spasso per l’Italia e anche per l’Europa. Gli impegni professionali però non gli hanno impedito di seguire il cammino del Lecce, del suo Lecce come ama sottolineare in ogni occasione.
«Io sono innamorato pazzo della squadra della mia città - dice con orgoglio il tecnico leccese -. Se fossi stato solo un semplice tifoso qualche anno fa non avrei certo accettato la proposta di assumere la guida tecnica. La situazione era difficile, ricordo che partimmo in ritiro con pochi calciatori, forse 13 o 14, in gran parte giovani. Tra loro c’era pure Sebastiano Luperto che feci esordire in Coppa Italia tra lo stupore generale. Strada facendo cominciarono ad arrivare i primi rinforzi come ad esempio Papini che però era infortunato e aveva bisogno di tempo per recuperare, e Diniz che non aveva infortuni ma era comunque fuori condizione. Avessi avuto la possibilità di lavorare con la squadra al completo sin dal ritiro precampionato probabilmente sarebbe andata in maniera diversa ma non si può tornare indietro. E comunque, rifarei quella scelta perché al Lecce non dirò mai di no».
Si aspettava la fuga della squadra giallorossa già dopo 25 giornate di campionato?
«No, credo sia una sorpresa per tutti, anche per i tifosi più ottimisti. Quando competi con squadre del calibro di Catania e Trapani c’è poco da stare allegri, stiamo parlando di corazzate costruite per conquistare la promozione diretta in serie B. Come del resto ha fatto il Lecce che pur avendo lo stesso potenziale delle due squadre siciliane, sulla carta infatti a parer mio si equivalgono, ha dimostrato però sul campo di essere la più forte sotto tutti gli aspetti. La differenza tra il Lecce e le avversarie sta nella qualità, nella personalità e nella maturità dei calciatori, nella bravura e nella grande capacità di gestire il gruppo dell’allenatore, nella competenza e nella presenza costante della società, nel prezioso lavoro di critica costruttiva della stampa e nel grande amore dei tifosi che non hanno mai smesso di incitare Lepore e compagni».
Certo, 7 punti di vantaggio sul Catania a questo punto della stagione sono tanti...
«Davvero tanta roba. Ho letto le statistiche riportate da Quotidiano riferite alle ultime sei stagioni e mi sono accorto che finora la capolista aveva goduto di un vantaggio massimo di 2 punti mentre il Lecce ne ha addirittura 7. Significa che Liverani e i suoi ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario che merita tutto l’apprezzamento dei tifosi del Lecce».
Qual è l’errore che il Lecce non deve assolutamente commettere?
«Pensare di avere la promozione già in tasca. Sarebbe un errore imperdonabile, si rischierebbe di vanificare quanto di buono è stato fatto finora. Solo il Lecce a questo punto può perdere la promozione diretta in serie B e sono certo che Liverani e i leader del gruppo sapranno guidare questa straordinaria macchina da guerra fino alla fine del campionato. Non bisognerà fare sconti a nessuno, ogni partita dovrà essere giocata come se fosse quella decisiva per la promozione».
 
Ha visto cosa sta accadendo al Catania che lei ha allenato nella parte finale della passata stagione?«Mi spiace moltissimo soprattutto per i tifosi che sono legati alla squadra rossazzurra. Confesso che mi sarebbe piaciuto restare sulla panchina del Catania: avevo preso la squadra in mano a dieci giornate dalla fine della stagione regolare quand’era al terz’ultimo posto e l’ho condotta alla conquista della salvezza senza passare dai play out. La vecchia dirigenza mi aveva proposto il rinnovo del contratto solo che poi sono arrivati i nuovi dirigenti che hanno fatto altre scelte, di conseguenza sono andato via. La squadra di Lucarelli secondo me non è certamente inferiore a Lecce e Trapani, su questo credo non ci siano dubbi».
Da tifoso del Lecce, vuole mandare un messaggio a Liverani?
«Intanto, davanti a lui mi tolgo il cappello perché con i suoi ragazzi sta compiendo un miracolo sportivo: ventidue partite senza sconfitte è roba da guinness dei primati. E il record sarà migliorato, ne sono straconvinto. Conosco Fabio Liverani visto che per un breve periodo è stato un mio calciatore nel Lugano, spero di incontrarlo presto a Lecce. Intanto, gli chiedo solo una cosa: per favore, riporta il Lecce nel calcio che conta».
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