Al summit un “big” in più: atteso anche il segretario Onu Guterres

Il numero uno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Guterres dovrebbe far parte dell’appuntamento in Puglia con i Grandi. Una base logistica dell’Organizzazione è presente a Brindisi da 30 anni

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite con António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, 7 maggio 2024. ANSA/ Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della...
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite con António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, 7 maggio 2024. ANSA/ Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della...
di Massimiliano IAIA
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Domenica 19 Maggio 2024, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 19:25

La lista dei “big” presenti al G7 di Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno si allunga ulteriormente: non c’è ancora l’ufficialità ma sembra essere praticamente certa anche la presenza del segretario generale Onu Antonio Guterres, in carica dal 2017 (attualmente è al secondo mandato). Parteciperà anche lui ai lavori che vedranno coinvolti i leader dei sette Paesi economicamente più avanzati: Italia, Usa, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito. Ma ci saranno anche Papa Francesco (che parteciperà alla sessione dedicata all’intelligenza artificiale), i massimi rappresentanti dell’Ue. E, alla cena del 13 giugno in programma al Castello Svevo di Brindisi, è prevista anche la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Matarrella.

Bocche cucite dai canali ufficiali, ma in queste ore prende corpo in maniera sempre più insistita l’ipotesi secondo cui alla lista degli ospiti si aggiunga anche il numero uno dell’Onu Guterres, più volte intervenuto in questi mesi per rivolgere appelli per la pace, in un mondo falcidiato dai conflitti internazionali.

E d’altra parte proprio le guerre in Ucraina e in Medio Oriente saranno al centro dell’agenda dei “Grandi”.

La presenza di Guterres, d’altra parte, è più che mai opportuna in considerazione della scelta del territorio designato per il vertice, visto che l’area brindisina è sempre stata considerata fondamentale dall’Onu: da 30 anni, infatti, nel capoluogo c’è una base logistica delle Nazioni Unite che fa parte della divisione logistico-amministrativa del dipartimento per le operazioni di pace dell'Onu. Lo stesso Guterres aveva già fatto visita a Brindisi nel 2019 assieme all’allora ministro Luigi Di Maio per festeggiare i 25 anni del Centro Servizi Globale.

Sempre a proposito dei contenuti che saranno affrontati durante il vertice, nelle scorse ore la premier Giorgia Meloni ha parlato al B7 (il gruppo delle Confindustrie dei Paesi G7) chiede una «maggiore cooperazione fra le economie del G7 e tra i loro sistemi produttivi e industriali», ma anche «una maggiore apertura verso quelle nazioni che ne condividono la stessa visione». Meloni declina così la doppia direttrice con cui politica ed economia devono reagire in uno scenario geopolitico «molto complesso» che, fra guerre e tensioni regionali, dall'Ucraina al Medio Oriente, impongono secondo la premier, di considerare nuovamente centrali le alleanze e l'autonomia strategica e industriale.

La presidente del Consiglio ha sottolineato che è «fondamentale limitare le dipendenze» industriali «attuali, diversificando le catene del valore strategiche, non in senso protezionistico ma bilanciando sicurezza e cooperazione economica». La chiave è evitare «azioni distorsive», perché «il mercato può essere libero solo se è anche equo». E il campo decisivo in questo momento è l'energia. Meloni ha ribadito la necessità di una transizione energetica «neutrale», che non dimentichi «la grande prospettiva» del nucleare da fusione, e conferma l'intenzione di avviare una iniziativa G7 per rilanciare progetti con capitali pubblici e privati.

Soprattutto, però, la presidente del Consiglio punta sul «nuovo modello di cooperazione» con il Sud Globale, Africa in primis. E quindi sul Piano Mattei. Bisognerà anche «parlare con la Cina, cruciale per fermare la Russia», ha aggiunto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «e con gli amici africani sulle materie prime».

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