Un “si”, ma con molte prescrizioni e con molte domande a cui bisognerà dare una risposta. Il giorno dopo Santo Stefano ha lasciato in eredità un macigno pesante come una casa per i Comuni di Bari e Modugno e per i comitati: la sezione autorizzazioni ambientali della Regione Puglia ha pubblicato ieri mattina il verbale della conferenza di servizi dello scorso 19 dicembre (sulla quale tutti i protagonisti avevano voluto tenere il massimo riserbo) riguardante l’impianto di ossicombustione della NewO da realizzarsi nella zona industriale di Bari.
Il via libera
Ecco, al termine delle 28 pagine di relazione, il macigno per i Comuni di Bari e Modugno, che si sono fermamente opposte all’impianto inceneritore: «Il servizio Aia - si legge - sulla base delle posizioni prevalenti espresse dalle amministrazioni partecipanti alla conferenza, informa sulla conclusione positiva del procedimento».
La relazione
Ecco uno stralcio della relazione: «Con riferimento alla documentazione agli atti, il servizio Aia/Rir informa che, attesa l’indisponibilità del proponente ad eliminare i riferimenti all’“end of waste” o “prodotto” per il materiale vetroso in uscita, tali riferimenti nel provvedimento di Aia e relativo allegato tecnico, in considerazione del parere obbligatorio e vincolante di Arpa Puglia del 14.07.2023, saranno considerati riferiti al materiale vetroso in uscita qualificato rifiuto e come tale gestito». Insomma, il materiale vetroso dovrà essere riqualificato e oggetto di ulteriore procedimento. Asterisco anche sulla gestione delle acque reflue industriali: «Il servizio Aia/Rir - si legge nel parere - rileva che, il riutilizzo presso terzi delle acque reflue prodotte dall’impianto, è subordinato alla presentazione e approvazione del piano di gestione prodotta sulla scorta delle disposizioni, come specificato anche nella documentazione prodotta dal proponente e agli atti del procedimento concluso» nel 2018. Anche in questo caso, dunque, la NewO dovrà portare documenti integrativi.
Nessuna risposta concreta nemmeno su quali rifiuti, e provenienti da dove, sarebbero smaltiti nel nuovo impianto di ossicombustione (ma non è sbagliato chiamarlo inceneritore). Già nel 2018, era stato sottolineato come Amiu non utilizzerà la NewO per distruggere i rifiuti speciali prodotti e tutto questo viene ribadito anche nella conferenza dei servizi del 19 dicembre, in cui viene sostanzialmente confermato quanto scritto cinque anni fa: «Amiu Puglia non ha in essere alcun rapporto contrattuale con la Società NewO, né, tanto meno, alcun accordo di collaborazione, né impegno che preveda il conferimento dei rifiuti biostabilizzati presso l’impianto di ossicombustione proposto dalla società NewO s.p.a.». Amiu che non è mai stata chiamata in causa nelle valutazioni di questi anni perché «non rientra tra le amministrazioni competenti in materia ambientale». In definitiva, un “si”, ma con tanti asterischi.
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