David, gioia Palazzina Laf: si aggiudica tre statuette. Riondino: «A Taranto non c'è solo la fabbrica»

David, gioia Palazzina Laf: si aggiudica tre statuette. Riondino: «A Taranto non c'è solo la fabbrica»
di Alessandra LUPO
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Sabato 4 Maggio 2024, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 19:15

Con tre premi, quello come Miglior attore protagonista per Michele Riondino, Miglior attore non protagonista per Elio Germano e Miglior Canzone originale per Diodato, Palazzina Laf porta a casa un risultato eccezionale alla 69ma edizione dei David di Donatello.

Da protagonista Michele Riondino, che è anche regista del film che racconta la storia di mobbing nel reparto dell'acciaieria ex Ilva, si impone sugli altri candidati, Valerio Mastandrea per C'è ancora domani, Antonio Albanese per Cento domeniche, Pierfrancesco Favino per Comandante, Josh ÒConnor per La chimera e Michele Riondino per Palazzina Laf.

«Quest'anno Taranto è presente anche con il film di Giacomo e con Giacomo Abbruzzese e con Comandante, con tanti film girati in Puglia, a Taranto - ha detto Riondino ricevendo il premio-: Siamo cresciuti con l'idea che non ci fosse altro destino se non la fabbrica, l'acciaieria. Il cinema non è l'alternativa ma è un'industria, dà lavoro, produce ricchezza. Quindi nel nostro piccolo possiamo anche far a meno della fabbrica».

A Diodato il premio per La mia terra, nella colonna sonora del film

Ma sul palco dei David c’è anche un’altra grande industria che trova in Puglia uno dei suoi paladini, quella musicale: con Diodato che con “La mia terra” vince il premio per la Miglior Canzone Originale composta proprio per il film Palazzina Laf. «Lo vorrei dedicare alla mia terra e a Taranto, la mia città, una città che soffre ma che invito tutti a venire a vedere quanto è bella nonostante questo», ha detto il cantante pugliese nel ricevere il premio.

Un premio che arriva nella stessa giornata in cui il suo tour ha registrato cinque nuovi sold out, anche a Lecce e Bari.

Palazzina Laf si consacra dunque come rivelazione del premio sbarcando direttamente tra i big subito dopo Paola Cortellesi a quota sei, Marco Bellocchio e Matteo Garrone con cinque premi per “Rapito” e “Io capitano”.

A convincere, oltre alla bravura della squadra è anche la forza e la rabbia della storia raccontata. A testimoniarlo sono anche le parole Elio Germano, che per il film si è aggiudicato il premio come miglior attore non protagonista, imparando anche il dialetto tarantino per essere credibile nel ruolo: «Abbiamo lavorato seduti a tavolino come si fa a teatro - ha raccontato dal palco - ringraziando i tanti che hanno raccontato la loro Palazzina Laf rompendo il silenzio rispetto a questa storia».

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