Mister Gotti cambierà probabilmente qualcosa sul piano tattico, vista anche l’assenza del centravanti Krstovic? Blin resta abbottonato. «Non lo so, il mister prova alcune cose negli allenamenti, poi non dice mai i primi undici molto prima della partita, ce li fa sapere solo il giorno prima». Probabilmente saranno schierati ancora, a protezione della difesa, Blin e Ramadani. Soluzione spiegata dallo stesso centrocampista transalpino: «Mi sento bene a giocare a due così, perché, in questo ruolo, se a sinistra Ramadani va a pressare posso coprirlo, e invece, al contrario, se io vado a coprire a sinistra so che c’è Ramadani dietro, perché anche lui corre tanto. Così abbiamo fatto due partite. Col Milan la squadra ha prodotto anche un buon inizio di gara, secondo me. Potevamo pure far gol con Gonzalez e se fosse entrato il tiro di Joan probabilmente avremmo assistito a un’altra partita. Sabato eravamo a tre in mezzo al campo, quindi non è solo come il mister decide tatticamente, è più l’atteggiamento nella partita, la concentrazione, la voglia di vincere che valgono molto». Il giusto spirito della squadra c’è, ma i calci di punizione e corner a sfavore sono la croce del Lecce. Proprio Blin nel gioco aereo è stato sovrastato da Bremer quando questi ha realizzato il terzo gol della Juventus e quando Djuric ha siglato il definitivo pareggio due a due del Verona al “Bentegodi”. E sabato scorso il centrocampista giallorosso non è riuscito a contrastare Giroud per negargli di realizzare di testa il raddoppio milanista. Ma Blin ha rassicurato: «È prevista per questa mattina (ieri, ndr) la seduta di allenamento sulle palle inattive». Lecce in fase di rilancio agli ordini di Gotti, come il francese, rilanciato dal mister veneto: «È vero che ci sono stati dei momenti difficili, in cui ho giocato meno, però mi sono sempre preparato mentalmente e fisicamente per essere pronto per quando arriva il mio momento».
Leader, Alexis Blin, come altri elementi della truppa salentina: «Non sono l’unico a parlare, non sono l’unico a spingere gli altri, quindi mi sento tranquillo con la fascia di capitano». E con l’autorità del graduato il centrocampista transalpino stempera la tensione che procura la sfida con la squadra empolese: «Non è la partita che decide totalmente il campionato: saremo ancora vivi se perdiamo la partita. Vorrei togliere un po’ di pressione alla squadra. Però c’è la voglia di vincere, certo. Sono fiducioso, perché c’è un atteggiamento giusto della squadra».