Riti: Taranto abbraccia i perdoni e l’Addolorata. È il giorno dei Misteri

I perdoni usciti ieri a Taranto
I perdoni usciti ieri a Taranto
di Domenico PALMIOTTI
5 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 13:21

È il momento più atteso da sempre. Le porte del Carmine di Taranto che si aprono ed eccoli i perdoni della prima posta, pronti per il loro pellegrinaggio ai Sepolcri, agli altari della reposizione. Di «momento solenne e intimo nel luogo laddove tanti anni fa si facevano le assemblee, dove si respira la nostra storia e dove provvidenzialmente decisero di accogliere le statue dell’Addolorata e di Gesù Morto, perché è grazie a loro che oggi abbiamo la processione dei Misteri» parla don Marco Gerardo, padre spirituale dell’Arciconfraternita, nel saluto ai confratelli nel salone delle troccole che precede l’avvio del pellegrinaggio del Giovedì Santo.

«Vorrei - dice don Marco ai primi sei confratelli - che poteste portare nel vostro cuore il dono della pace, perché è impensabile che dopo due guerre mondiali e la conoscenza degli strumenti devastanti che oggi esistono, ci siano popoli e Nazioni che si facciano guerra». E Antonello Papalia, priore del Carmine, aggiunge poco altro: «Sono certo - afferma - che saprete ricevere l’abbraccio della città».

Quando le prime poste della città vecchia e della città nuova compaiono sulla soglia della chiesa, non hanno ancora il cappello sulla testa. Il loro avvio è infatti preceduto da un piccolo rito che vede don Marco Gerardo porre le sue mani sul loro capo. Il viatico della benedizione per le prime tre poste di ciascuno dei due percorsi. Sono solo pochi attimi, dopodiché le mani attente degli assistenti del Carmine sistemano il cappello sul capo dei perdoni, un’ultima aggiustata al cappuccio ed ecco, possono andare col loro passo che gli rende unici.

Le 15 del Giovedì Santo sono trascorse da pochi minuti, ma la gente - tanta, come sempre - si è radunata tra via Giovinazzi e piazza Giovanni XIII già da una mezz’ora per il primo degli appuntamenti della Settimana Santa. Tutto il centro e l’isola antica sino a tarda sera sono stati attraversati da migliaia e migliaia di persone.

La visita ai Sepolcri da sempre contraddistingue e caratterizza il Giovedì Santo dei tarantini. Una partecipazione che in serata è diventata imponente, massiccia, come dimostrano le code per entrare al Carmine e in San Domenico.

Gli altari della reposizione, scoperti dopo la messa “In Coena Domini”, celebrano il giorno dell’istituzione dell’Eucarestia e ovunque nelle chiese sono ornati dagli addobbi. C’è una particolare cura e attenzione nel prepararli, un lavoro meticoloso fatto in pochissimi giorni dopo la domenica delle palme e anche questo è tradizione. Per il pellegrinaggio del Giovedì Santo, ancora una volta i confratelli del Carmine hanno privilegiato il percorso della città vecchia, come evidenziato dalle 45 poste che si sono snodate sino a sera tra via Duomo, via Garibaldi e pendio San Domenico.

Nell’isola - diversamente dal centro città, dove le poste sono state 18 -, il pellegrinaggio è infatti più intimo e raccolto. Luoghi e perdoni vanno quasi in simbiosi. Si integrano.

Soprattutto quando le poste entrano nel dedalo di vicoli che portano ai Santi Medici o alla Madonna della Salute, oppure scendono, per due volte (la prima per andare ai Santi Medici, la seconda per raggiungere la chiesa di San Giuseppe) la scalinata di postierla via Nuova. È indubbio: in città vecchia c’è proprio una diversa atmosfera, un diverso sentire, a partire dagli esercizi commerciali che amplificano all’esterno la musica delle marce.

E poi c’è il numero delle chiese che nell’isola i perdoni visitano. Sono sette, compresa quella finale del Carmine, rispetto alle quattro dell’altro itinerario.

Oggi la seconda processione

E oggi Venerdì Santo è il giorno in cui la processione dell’Addolorata arriva nel centro della città. Dopo le ore della notte tra pendio San Domenico, piazza Fontana e via Garibaldi, è il tratto iniziale di via D’Aquino, con la luce della prima mattinata, che accoglie la troccola, le pesare, la croce dei misteri e le quindici poste che precedono la statua della Madonna. Ma già prima che la processione attraversasse il ponte girevole, tantissime sono state le persone che le sono andate incontro.

L’affluenza all’alba, con il chiarore del giorno che pian piano si rivela, è infatti uno dei momenti più suggestivi di questa processione. Così come lo sarà il rientro in San Domenico nel primo pomeriggio, quando all’arrivo dell’Addolorata il silenzio e il raccoglimento avvolgeranno l’omonimo pendio. Appena due ore, magari anche meno, dividono il rientro dell’Addolorata dall’uscita dei Misteri, oggi alle 17 dal Carmine. Processione che con le sue otto statue, le diverse poste che le intervallano e le quattro bande che l’accompagnano, si incamminerà lungo via D’Aquino. Alle 20.30, quando il sacro corteo sarà snodato su via D’Aquino, l’arcivescovo Ciro Miniero parlerà dalla loggia del Carmine.

Sarà la sua prima volta ai Misteri, così come lo è stata ieri alle 24 all’uscita dell’Addolorata. I Misteri del 2024 precedono un anno importante quale sarà il 2025, quando ricorrerà il 350esimo anniversario della fondazione della confraternita del Carmine. Una data clou che potrebbe anche essere segnata dal ritorno in città vecchia della processione, cosi come avvenne nell’aprile del 2015 quando si ricordò il 250esimo anniversario della donazione al Carmine, da parte del nobile Calò, delle statue di Gesù Morto e dell’Addolorata. Ma sull’eventuale ritorno nell’isola il prossimo anno si vedrà. Stasera, ai lati del simulacro di Gesù Morto, gli otto “cavalieri” che reggeranno i “lacci” su invito dell’Arciconfraternita, saranno dal Carmine a San Francesco di Paola l’avvocato Francesco Tacente, l’odontoiatra Angelo Vozza, Michele Papa, fratello dello scomparso arcivescovo di Taranto, Benigno Papa, e l’ingegner Giorgio Tonti. Da San Francesco di Paola e sino al rientro al Carmine, i “lacci” saranno invece portati dal professor Giovanni Schinaia, cassiere dell’arciconfraternita del Carmine, Nicola Albano, esponente di rilievo della comunità religiosa locale, Giancarlo Roberti, priore della confraternita dell’Addolorata, e Antonio Liuzzi, priore emerito della stessa confraternita. Le bande della processione dei Misteri sono la “Santa Cecilia” di Taranto (maestro Giuseppe Gregucci), “Lemma” di Taranto (maestro Giuseppe Pisconti), Montemesola-“Giuseppe Chimienti” (maestro Lorenzo De Felice) e il concerto musicale municipale di Francavilla Fontana (maestri Ermir Krantja ed Emanuele Spagnulo). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA