Giochi del Mediterraneo a Taranto: arriva la bozza del nuovo comitato

Un vecchio incontro tra il sindaco Melucci e il commissario Ferrarese
Un vecchio incontro tra il sindaco Melucci e il commissario Ferrarese
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:46

Ora esiste una bozza su una nuova governance del comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo. Non si è ancora trasformata in accordo preciso e firmato, in grado di far ripartire il comitato dei Giochi dal quale sono usciti Governo e Coni. La bozza è infatti all’attenzione del livello decisionale politico: Governo e Regione Puglia. Sono loro che devono dare il via libera per arrivare alla firma. 

Cosa cambia


La bozza, da quello che si è appreso, prevede una modifica dell’attuale statuto del comitato e l’ingresso del Coni tra i soggetti fondatori. Governo e Coni - come ipotizzato nei giorni scorsi - avrebbero la maggioranza del nuovo organo. Anche nei revisori dei conti il Governo avrebbe la maggioranza. E tutto questo muove dal fatto che il Governo, sin dall’inizio della trattativa, ha rivendicato più spazio per se essendo l’unico soggetto che al momento ha messo i soldi, 150 milioni, per costruire i nuovi impianti sportivi e ristrutturare gli esistenti. Oggi, invece, la maggioranza del comitato appartiene agli enti locali. Previsto inoltre l’ingresso del commissario di Governo dei Giochi, Massimo Ferrarese, ma senza diritto di voto, a quanto sembra per una questione di incompatibilità di ruoli. 

Il nodo da sciogliere


Dove invece non c’è ancora una soluzione è sul direttore generale del comitato, che è tra i nodi principali da sciogliere. Un ruolo che il Governo vuole per sé. «Su questo devono chiarirsi il presidente Michele Emiliano e il ministro Raffaele Fitto» si spiega a Quotidiano. C’è l’ipotesi di sdoppiare l’incarico prevedendo due dg: uno si occuperebbe della parte economica e gestionale, e lo designerebbe il Governo, e l’altro della parte sportiva e sarebbe Elio Sannicandro. Che già si è occupato in passato di eventi di sport. Oppure ci potrebbe essere un condirettore o un vice direttore con autonomia di gestione. La Regione ha difeso la postazione che oggi è di Sannicandro, direttore di Asset. Ma il ruolo di Sannicandro - è noto - non incontra la condivisione di Governo e Coni che gli imputano l’accumulo dei ritardi che sta mettendo a serio rischio la manifestazione di giugno 2026 con circa 4mila atleti provenienti da 26 Paesi dell’area mediterranea.
Regione e Sannicandro hanno replicato affermando che si è lavorato bene e che i ritardi non sono attribuibili al comitato locale ma al Governo, che per un anno ha tenuto bloccato i 150 milioni deliberati dal Parlamento a marzo 2022.

Da vedere, quindi, che compromesso sarà possibile sul dg. In posizione di attesa il sindaco Rinaldo Melucci, che ieri era a Bruxelles peraltro, e che nei giorni scorsi circa la nuova governance, ha raccomandato alle parti grande prudenza e senso di responsabilità. 

I tempi


Quanto ai tempi, entro il 30 ottobre bisognerà presentare al comitato internazionale dei Giochi il nuovo piano delle opere (o masterplan). Ferrarese lo ha pronto dopo averlo riconfigurato con i tecnici e i Comuni grazie ad un lavoro di rivisitazione che ha riguardato ogni progetto e ogni importo, visto che bisognava quadrare i conti e non sfondare il budget dei 150 milioni. Si è infatti adottato il metodo dello stralcio. Cioè in alcuni casi si parte col primo lotto dell’opera e si sposta il completamento sul secondo. Si farà così per la piscina olimpionica a Taranto, dove la vasca coperta è inserita nella prima tranche di lavori, mentre quella scoperta andrà nella seconda e beneficerà o dei nuovi fondi del Governo (sono stati promessi da Fitto), oppure delle economie ricavate dai ribassi d’asta. 
Il comitato internazionale ha già scritto evidenziando che attende entro fine mese il piano degli impianti. Ma prima dell’organo internazionale, Ferrarese deve illustrare il piano al comitato locale e per ora non può farlo visto che è privo di Governo e Coni. I tempi stringono non solo per l’informativa ai comitati ma anche per i lavori. Per cinque opere (a Taranto stadio, piscina, centro nautico e Pala Ricciardi e a Lecce lo stadio), l’attuale cronoprogramma, lanciando adesso la gara per l’individuazione dei progettisti, segna già la conclusione dei lavori nel 2026, quando i Giochi stanno per cominciare. E deve andare tutto bene e nessun intoppo deve esserci. 
Ma può accadere realmente? Una soluzione per comprimere i tempi consisterebbe nell’attribuire in deroga al commissario - che ha già i poteri sostitutivi nei confronti dei Comuni - la possibilità di scegliere progettisti ed esecutori delle opere con la procedura negoziata. Una contrattazione fra un gruppo ristretto di soggetti. Ma oggi questa procedura non è permessa per gli interventi superiori ai 5 milioni. È richiesto il bando di gara europeo con i suoi tempi. Ecco perché ci vorrebbe la deroga.  

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